Un invito insolito, quanto inaspettato mi porta a Venezia. E così parto alla scoperta della Collezione Pinault a me finora sconosciuta. L’arte mi ha lambito e non posso certo dire di conoscerla, ma credo la si possa capire e fare propria, se spinti dalla curiosità di scoprire nuove nozioni. E se poi hai una guida a disposizione che ti racconta i particolari, gli aneddoti e le curiosità di ciò che ti trovi di fronte, chi non ne approfitterebbe?
Raggiungo Palazzo Grassi in una calda giornata di fine maggio confondendomi piacevolmente tra i turisti, quasi trasformandomi in una di loro. Ed ancora una volta mi ritrovo con gli occhi inebriati di gioia a scrutare la mia Venezia con il suo fascino incantatore, mentre il vaporetto scivola un po’ turbolento lungo il Canal Grande.
La Collezione Pinault espone a Palazzo Grassi e Punta della Dogana le opere delle proprie collezioni affinché tutti possano fruire dell’arte più singolare. SIGMAR POLKE mi viene presentato da Giulia Granzotto come un artista eclettico, per il quale tutto è importante e l’errore non esiste. Se qualcosa accade, ha una ragione retrostante d’essere e perciò non rimuove la mosca incautamente resasi parte del suo quadro STRAHLEN SEHEN o la graffetta caduta da una mano sbadata ed incastonatasi nel LEONARDO.
Le prime opere quasi non le noto, se non fosse Giulia a sottolinearle e a farne risaltare l’anticonformismo dell’artista di Duesseldorf. E così Polke rapisce la mia attenzione passo dopo passo alimentando piacevolmente la curiosità di scoprire la collezione. E’ la sua capacità anacronistica di attirare a sé il visitatore con tecniche anti-convezionali, con tematiche singolari, quasi in un’atipicità comune espressa nella sua totalità nell’opera POLICE PIG – realizzato per il Padiglione Tedesco della Biennale di Venezia nel 1986, quando vinse il Leone d’Oro. Polke con la tecnica a puntini ci propone un doganiere, che toglie il cappello e, con gesto quasi profanatore, lo appoggia sulla testa del maiale anti-droga. Non è certo compito mio raccontarvi le opere, ma due si sono fissate maggiormente nella mia mente. La fuga dalla Germania dell’Est con FLUECHTENDE, con due persone che prendono immaginariamente vita grazie alla nostra presenza. E INDIANER MIT ADLER che va a contrapporsi alla pop-art americana mettendo in evidenza la storia degli indiani d’america.
L’affascinante viaggio con Sigmar Polke giunge al termine e in pochi minuti raggiungo Punta della Dogana per immergermi in ACCROCHAGE. Lo sguardo viene rapito dall’edificio con un restauro seguito dall’architetto Tadao Ando terminato nel 2009. Un sinuoso equilibrio tra travi lignee antiche, cemento armato e vetro si trasformano in una cornice splendida dove 80 opere mai esposte prima di 21 nuovi artisti trovano la loro collocazione ideale. Il tren d’union tra tutte le opere è la non ricerca di un tema, del vuoto e di un gesto minimale.
Sigmar Polke è in esposizione a Palazzo Grassi fino al 6 novembre 2016 con visite guidate gratuite in italiano ogni sabato alle ore 15:00, mentre Accrochage prosegue fino al 20 novembre 2016 con visite guidate gratuite ogni sabato alle 16:30.